Eden. Il romanzo che riscopre un’armonia tra noi e la Terra
Tempo di vacanze. Per molti è anche il momento ideale da dedicare ai libri e al piacere della lettura, sotto l’ombrellone oppure fra il verde delle montagne. E allora, assieme al nostro augurio di buone ferie e di un meritato riposo, abbiamo deciso di lasciarvi anche un consiglio speciale: un libro. Naturalmente non è un titolo qualsiasi: abbiamo scelto proprio questo perché per la sua trama e per il messaggio che porta è molto vicino alla vision della nostra azienda.
Si intitola Eden (Einaudi, Supercoralli) ed è l’ultimo romanzo di Auður Ava Ólafsdóttir, una delle più importanti scrittrici islandesi viventi. Protagonista è Alba, che vive nella capitale Reykjavík e di professione fa la linguista. È una docente universitaria, una correttrice di bozze, ma soprattutto un’esperta di parole e di lingue in pericolo di estinzione. Come l’islandese. Proprio per la sua specializzazione viene chiamata molto spesso a partecipare a convegni in tutto il mondo e per “uscire” dalla sua isola è costretta ad affrontare lunghi voli.
«Sulla via di casa mi domando quanti alberi dovrei piantare per compensare le emissioni di carbonio degli aerei che ho preso quest’anno. Se la memoria non mi inganna si tratta di trecentocinquanta alberi per ogni volo transoceanico. Io ho partecipato a due convegni sulle lingue minoritarie e in più anche a due riunioni all’estero come rappresentante del comitato direttivo dell’Unesco sulle misure urgenti per preservare e rivitalizzare le lingue morenti. Il che significa, tra andata e ritorno e i vari cambi, un totale di sedici voli.
Faccio il conto a mente.
Cinquemilaseicento alberi».
Un debito nei confronti del pianeta che Alba decide di pagare, cogliendo al volo anche l’opportunità di cambiare tutto, di riscoprire se stessa e lasciarsi guidare dalla natura e dagli incontri inaspettati ed eccezionali che le capiteranno nell’avventura che sceglie di intraprendere. Riscrive la propria vita in un luogo nuovo, lontano dalla città, e con parole nuove.
In una terra di rocce, lava e sabbia, sferzata da forti venti, grazie anche ai tutorial che trova su YouTube e a colpi di zappa e vanga, pianta una foresta di betulle, alberi luminosi che riescono a sopravvivere a quelle latitudini, a condizioni di vita difficili e avverse, capaci di creare una protezione contro il vento.
Nel villaggio in cui un po’ alla volta si integra, Alba non abbandona la sua passione per la linguistica. Non solo inizia a insegnare l’islandese alla comunità di immigrati che trovano proprio nella lingua l’ostacolo più grande alla loro integrazione, ma la sua presenza diventa “oggetto” di studio da parte degli abitanti: i libri di grammatica e di linguistica che regala al mercatino dell’usato della Croce Rossa iniziano ad andare a ruba e l’amore collettivo per la lingua diventa un modo per superare le differenze e costruire ponti fra culture diverse.