Sostenibilità

Turismo rigenerativo: un nuovo modo di viaggiare per lasciare il mondo migliore

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Nel suo ultimo messaggio, considerato un testamento spirituale, il fondatore mondiale del movimento scout Robert Baden-Powell esortava a lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato. Uno stile di vita, ancora oggi, per milioni di sorelle e fratelli scout. Lo stesso concetto è alla base del turismo rigenerativo, che sta diventando un nuovo approccio e una tendenza.

Alla vigilia delle vacanze estive, vediamo insieme di cosa si tratta. Chissà, potrebbe essere uno spunto interessante per chi è pronto a mettersi in viaggio.

Il turismo rigenerativo è un concetto che va oltre quello di sostenibilità, che circoscrive l’impegno delle persone alla riduzione dell’impatto ambientale. Questo modo diverso di intendere il turismo, infatti, ha come obiettivo il miglioramento non solo delle condizioni ecologiche, ma anche sociali e culturali dei luoghi che ci ospitano quando viaggiamo. Facendo sì che l’esperienza che ci apprestiamo a vivere si trasformi da semplice vacanza a valorizzazione e miglioramento dei luoghi visitati. E quindi non solo contribuire, con la nostra presenza, a preservare bellezze incontaminate o a rischio, ma migliorarne le condizioni. Insomma, quello che Baden-Powell chiedeva ai suoi esploratori quasi un secolo fa.

Per essere davvero tale, il turismo rigenerativo necessita però di una condizione essenziale: il coinvolgimento delle comunità locali. Chi abita i luoghi, quindi, si trasforma da tradizionale destinatario (e imprenditore) del turismo a parte attiva nella progettazione di esperienze che propongono ai turisti che scelgono quella meta e quella tipologia di vacanza la generazione di un impatto positivo sia agli ecosistemi che alle comunità. Potremmo affermare, senza timore di essere smentiti, che finalmente si riesce a dare una lettura completa di quanto chiesto dall’Agenda 2030, tenendo conto di tutte e tre le lettere che compongono i fattori presi in considerazione: ESG, ovvero Ambiente, Società, Governance.

Sono 13 i principi su cui le organizzazioni “Future of Tourism” hanno incardinato il turismo rigenerativo. Valori per generare valore. Eccoli:

  • Mantenere uno sguardo di insieme sulle destinazioni e le loro caratteristiche
  • Applicare rigidi standard che garantiscano pratiche sostenibili
  • Collaborare affinché il management turistico sia virtuoso
  • Scegliere la qualità rispetto alla quantità dei turisti, evitando quindi il sovraffollamento
  • Lavorare per un’equa distribuzione dell’indotto economico che deriva dal turismo
  • Ridefinire le metriche del successo economico
  • Mitigare l’impatto climatico, adottando misure che riducano le emissioni di CO2
  • Favorire un uso circolare delle risorse, promuovendo pratiche di economia circolare
  • Limitare il consumo di suolo a scopo turistico
  • Diversificare la provenienza turistica, incentivando anche il turismo di prossimità
  • Proteggere le caratteristiche e le identità delle destinazioni
  • Incentivare le realtà turistiche che si impegnano a rispettare tutti questi principi

Da turismo di massa, basato unicamente sulle attrazioni e lo sfruttamento delle bellezze naturali e culturali dei luoghi, a turismo attento e attivo a preservare ma anche a migliorare territori finora “predati” dai vacanzieri. Una questione di scelta della destinazione: quella basata sul turismo tradizionale o quella rigenerativa che si impegna a coinvolgere in pratiche sostenibili come la riforestazione, il ripristino degli habitat naturali, la promozione delle piccole imprese, il commercio equo, le tradizioni locali?

Passare da visitatori a ospiti non è solo una raffinatezza linguistica di scelta delle parole. È una presa di coscienza e uno stile di viaggio.

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