Pulizia

Pavimenti in legno con finiture ad azione antibatterica: come riconoscerne la reale efficacia.

Ci sono le finiture ad azione antibatterica. Quelle sanificanti e quelle igienizzanti. Anche i pavimenti in legno corrono al passo con i tempi. Ma che funzione hanno e quale differenza c’è fra le varie definizioni che il mercato ci propone? E soprattutto che efficacia hanno?

Partiamo dalla funzione, che è quella di abbattere la formazione di flore batteriche sulla superficie del parquet. Grazie all’aggiunta di uno specifico additivo nella finitura del pavimento prefinito è infatti possibile ottenere degli ottimi risultati. Ma va precisato che sono solo le analisi di laboratorio a dirci se e quanto funziona l’additivo utilizzato e quindi se il nostro pavimento in legno avrà le caratteristiche che ci vengono descritte.

Secondo la norma ISO 22196:2011 solo se l’attività antibatterica è superiore a 3 la sua azione può essere considerata “eccellente”, nel senso che è in grado di uccidere il 99,9 per cento dei batteri che va a incontrare. Se le analisi daranno un risultato compreso fra il 2 e il 3, significa che la comunque “ottima” azione antibatterica ucciderà tra il 99 e il 99,9 per cento dei batteri. Un’azione cosiddetta “limite” è quella il cui risultato, compreso fra 1,5 e 2, ha un’efficacia compresa fra il 96,8 e il 99 per cento. Se infine il risultato delle analisi restituisce un valore inferiore a 1,5, l’azione antibatterica dovrà essere considerata “povera” perché uccide meno del 96,8 per cento dei batteri.


Funzione ed efficacia viaggiano insieme. Con l’obiettivo di non permettere ai batteri che si trovano sulla superficie del nostro pavimento di proliferare e, al contrario, di avere una vita brevissima. Nel giro di 24 ore sono destinati a morire.

Il test di laboratorio effettuato sugli additivi in commercio consiste nel depositare un numero ben definito di batteri sul campione da analizzare. A distanza di 24 ore si procede a ricontare i batteri e in base al risultato ottenuto viene assegnato un valore in percentuale dell’abbattimento. E solo se la percentuale supera il 99 per cento il prodotto utilizzato può essere considerato idoneo.

Ma c’è un’altra questione su cui il consumatore deve porre la massima attenzione ed è quella che riguarda la definizione utilizzata commercialmente. Il termine antibatterico infatti in Italia può essere usato solamente dopo un passaggio obbligato per l’ottenimento del presidio medico-chiurgico per lo specifico prodotto. Si tratta di un passaggio costoso, ma senza autorizzazione l’utilizzo della definizione non è consentita. Il consumatore potrebbe quindi trovarsi di fronte a un parquet eccellente sotto l’aspetto antibatterico ma commercializzato con altri nomi. Ciò a cui è importantissimo fare attenzione non è tanto la definizione ma il risultato delle analisi di laboratorio.

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