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Salviamo il Pianeta Terra

La speranza è che la Giornata Mondiale della Terra quest’anno sia più importante di tutte quelle che sono state celebrate finora. Se così non fosse, significherebbe non solo che non abbiamo ancora capito che non c’è più un minuto da perdere per salvare il Pianeta Terra ma che la crisi sanitaria (e di conseguenza sociale ed economica) in cui siamo impantanati da oltre un anno non ci ha insegnato nulla sullo strettissimo legame fra disastri ambientali, perdita della biodiversità e aumento della probabilità di avere delle pandemie.

La speranza è che oggi il filo verde che unisce tutte le donne e gli uomini che condividono il presente e il futuro della Terra riesca a riservare almeno una riflessione a se stessi. Sì, a se stessi. Non serve pensare a grandi cose, ma mentre ci si lava i denti avere consapevolezza che quell’acqua che sta scorrendo dal nostro rubinetto un giorno non scorrerà più. Chiedersi se di fronte agli scaffali di un supermercato abbiamo cominciato a scegliere prodotti senza confezione o con imballaggi riciclabili o realizzati in materiali riciclati. Chiedersi se i piccoli gesti della raccolta differenziata ci costano così tanta fatica, se siamo fra quelli che protestano con i comitati cittadini perché i bidoncini dell’umido non sono decorosi per il quartiere elegante in cui abitiamo, se rischiamo di essere beccati in flagranza di reato dalle foto trappole perché di notte con nonchalance usciamo di casa per abbandonare un sacchetto pieno di rifiuti sul cestino del parco pubblico. Piccole cose, sì. Ma che messe tutte in fila fanno (o farebbero) la grande differenza.

“Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da tutti noi. Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranza e dai nostri timori”. Insomma, la storia parlerà di noi e di quello che oggi desideriamo per il nostro futuro diceva il filosofo della scienza Karl Popper. E il futuro che è in discussione oggi è il sistema umano all’interno del Pianeta.

La Giornata della Terra è il più grande evento mondiale per celebrare l’ambiente e la salvaguardia della nostra “casa”. Compie cinquantun’anni e ogni volta ha un tema diverso da affrontare. “Restore our Earth”, quello di questo 22 aprile 2021. Come dire: avanti, facciamo presto, rimediamo a tutti i mali che le abbiamo procurato e che continuiamo a procurarle.

La fotografia del presente però è drammatica. Come in tutte le volte in cui si vede la morte in faccia, anche durante il lungo lockdown della prima ondata di Covid-19 siamo stati bravissimi a recitare una litania di buoni propositi. Abbiamo visto la natura riprendersi i propri spazi, ma è durato molto poco. I dati infatti ci raccontano con chiarezza che le emissioni di CO2  sono già tornate ai livelli di prima. Nonostante sia ormai chiaro che questa pandemia altro non è che una grande crisi in time-lapse, esattamente come la crisi del cambiamento climatico.

Con l’Accordo di Parigi del 2015 ci siamo dati una scadenza e una lista di priorità sulle quali impegnarci, tutti: l’Agenda 2030 dovrebbe davvero diventare non solo una raccolta colorata di nobili obiettivi per gli stati, le istituzioni e le imprese economiche, ma la nostra cartina di tornasole quotidiana per provare (magari) a lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti non un mondo migliore di come l’abbiamo trovato, ma a fargli trovare ancora un mondo nel quale vivere.

Se c’è una buona notizia in questa Giornata Mondiale della Terra 2021 è che, dopo il recente rientro degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi (abbandonato da Donald Trump), nei giorni scorsi l’ambasciatore americano contro il cambiamento climatico John Kerry è riuscito a coinvolgere Pechino nel summit virtuale organizzato per oggi dal presidente Joe Biden con quaranta leader mondiali per pianificare azioni più forti sulle politiche ambientali. Mentre tifiamo per loro non dimentichiamoci che siamo tutti chiamati a fare la nostra parte: quelle piccole cose che messe tutte in fila fanno (o farebbero) la grande differenza.

Lunga vita alla nostra Madre Terra.

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