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Il dott. Angelo Lino Del Favero in diretta con ITLAS

L’ex direttore dell’ISS Del Favero: “La sanità del futuro? Nuovi ospedali nei poli strategici, residenze per anziani moderne e valorizzazione della medicina del territorio”

Non ha dubbi. Sul coronavirus c’è stato un deficit informativo iniziale di carattere internazionale. “Il fenomeno è stato sottovalutato”, sostiene Angelo Lino Del Favero. Ospite dell’appuntamento settimanale live su Instagram con il fondatore di Itlas Patrizio Dei Tos, il cadorino Del Favero di sanità se ne intende. Direttore dell’Istituto Superiore di Sanità fino allo scorso anno e una lunga carriera alle spalle che lo ha visto direttore generale della Città della Salute e della Scienza di Torino, presiedere Federsanità Anci, dirigere l’ex Ulss 7 di Pieve di Soligo e la sanità bellunese, oltre a una serie di consulenze di prestigio.

Racconta la sua esperienza professionale a colpi di aneddoti, come se tutto quello che di davvero importante ha costruito negli anni sia stato non solo lavoro ma anche soddisfazione. Sorride divertito a ricordare il collaudo del primo elisoccorso diurno e notturno in Cadore, “con un volo sopra il lago di Calalzo durante una tormenta, con tutti che sbiancavano”. Erano gli anni Novanta e lui, giovane dirigente a Belluno, venne chiamato a una grande sfida: quella di portare la sanità ad un livello manageriale, così come la conosciamo oggi. Poi l’esperienza trevigiana. “Mi sono davvero divertito, abbiamo fatto cose molto belle”, confessa oggi, ricordando la trasformazione dell’ospedale De Gironcoli, la nascita dell’hospice di Vittorio Veneto. Di certo più impegnativa ma per lui non meno carica di positività l’esperienza torinese, con la riorganizzazione dei quattro grandi ospedali della città. “Poi la chiamata dell’Istituto Superiore di Sanità. Ero incerto se accettare o meno, ma non ho avuto tempo per riflettere. Mi sono trovato in un mondo nuovo, nel mondo romano, con un tipo di gestione alla quale non ero abituato. Ho creato una squadra in un ambiente difficile, con circa duemila dipendenti il novanta per cento dei quali ricercatori, con 600 precari alla fine quasi tutti stabilizzati. Un lavoro enorme – racconta Angelo Lino Del Favero – con i primi investimenti sull’informatica”.

Tornando all’oggi, l’ex direttore dell’ISS esprime un giudizio positivo sulla gestione italiana dell’emergenza durante la pandemia. “Il Veneto ha avuto subito coraggio di fare delle scelte. La Lombardia – afferma nella sua analisi – ha tentennato a causa dello scambio di competenze, ma anche per una scarsa abitudine delle persone a ricorrere alla sanità del territorio. E questo ha avuto come conseguenza l’intasamento delle strutture ospedaliere”. Il successo del modello Veneto e di quello dell’Emilia Romagna è dovuto “all’organizzazione distrettuale del territorio e al ruolo ricoperto dai medici di base, ma soprattutto alla presenza di dipartimenti di prevenzione che sono strutture ormai collaudate con squadre molto bene attrezzate”.

Nel corso di una recente audizione in Senato, a Del Favero è stato chiesto se a suo parere è migliore un sistema di sanità centralizzata oppure no. “Le regioni – sostiene l’ex manager – hanno dimostrato di capire in fretta la direzione giusta da prendere perché sono loro ad essere sul campo quotidianamente. A mio avviso è possibile dialogare perfettamente tra periferia e Stato centrale, proprio come è avvenuto in questi mesi in Germania. Ma non dobbiamo dimenticare che in tema di sanità pubblica fra il Nord e il Centro-Sud dell’Italia ci sono delle differenze e che lo Stato centrale è chiamato alla tutela della salute di tutti i suoi cittadini”.

L’emergenza non è finita, ma la curva epidemiologica sta calando giorno dopo giorno. Un’esperienza che secondo Del Favero è fondamentale nella costruzione del futuro della sanità italiana. “Gli ospedali COVID andrebbero mantenuti, come strutture per l’emergenza. Prima della pandemia – afferma – i posti in rianimazione erano già sottostimati, perché costano. Andrebbero incrementati i posti letto e, se come sembra arriveranno risorse dall’Europa, sarebbe necessario costruire nuovi ospedali nei poli strategici. Eppoi è necessario rendere più moderne le residenze sanitarie per anziani e valorizzare di più la medicina del territorio”.

Oggi Angelo Lino Del Favero tra i tantissimi incarichi come consulente è anche nella gestione di un’azienda che si occupa di sanificazione. “D’ora in avanti – sostiene – ci sarà molta più attenzione all’igiene. Se nel tempo le pandemie aumenteranno, saremo costretti ad adottare criteri igienici, anche se non quelli estremi di oggi”.

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