Venezia e la sua Laguna nella lista dei Patrimoni dell’umanità in pericolo
Gli esperti del World Heritage Centre dell’Unesco non hanno dubbi: Venezia e la sua Laguna vanno inserite nella lista dei Patrimoni dell’umanità in pericolo. La notizia è arrivata all’inizio di questa settimana e ha avuto grande spazio in tutti i mezzi di informazione. Ha suscitato anche reazioni piccate, a dire il vero, come quelle dell’ex sindaco Massimo Cacciari, del presidente della Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità Renato Brunetta e del Comune stesso. Tant’è: secondo il Centro del Patrimonio Mondiale la città più famosa al mondo, sito Unesco dal 1987, è a rischio e a pesare sul suo futuro sono soprattutto il cambiamento climatico e il turismo di massa.
Ma cosa dice nello specifico la raccomandazione? “Il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale” della città. Pertanto si “raccomanda la sua iscrizione nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo”. Cosa che il prossimo mese gli Stati membri dell’organismo dell’Onu saranno chiamati a votare (l’incontro è in programma dal 10 al 25 settembre a Ryad, in Arabia Saudita).
In particolare il World Heritage Centre giudica insufficiente quanto fatto finora per preservare il capoluogo veneto. Sotto i riflettori, a turismo di massa e cambiamenti climatici, si aggiungono l’impatto negativo sulla visuale che hanno le costruzioni troppo alte (i nuovi terminal acquei della terraferma, ad esempio) e l’aumento del livello del mare (Mose). Una lista di situazioni che renderebbero una città tra le più fragili al mondo ancora più fragile. Soprattutto vengono giudicati problemi “annosi ma urgenti” per i quali mancherebbe una visione strategica comune globale. Ostacolata, sempre secondo gli esperti, da una scarsa efficacia e coordinamento tra governo locale e nazionale.
L’obiettivo è che, grazie all’inserimento di Venezia nei patrimoni mondiali in pericolo, si potrà e si dovrà avere un impegno più forte “e una più vasta mobilitazione degli attori locali, nazionali e internazionali”.
Un ultimatum che è un grido d’allarme su un pericolo sempre più imminente. Un ultimatum che era già arrivato nel 2021 e che venne ritirato al fotofinish. Solo che, a differenza di due anni fa, questa volta la lista delle criticità è più lunga. Altro non fosse per il fatto che gli esperti hanno preso in considerazione anche Mestre, con la nuova linea ferroviaria per l’aeroporto Marco Polo, con il nuovo terminal intermodale terra-acqua per navi veloci che collegano le isole di Burano, Mazzorbo e Torcello alla terraferma, ma anche in nuovi terminal progettati a San Giuliano e un nuovo grattacielo sempre a Mestre.
Non resta che attendere.