Un passo verso città più verdi e vivibili
Il 12 giugno scorso nel cuore della città di Parigi, a Place de Catalogne, è stata inaugurata una grande foresta urbana. Lì dove prima c’era il cemento, a due passi dalla Torre Eiffel, oggi ci sono 500 alberi e 16mila piante. È la prima grande foresta urbana realizzata nella capitale francese, con l’obiettivo di creare un’isola di freschezza per contribuire ad abbassare la temperatura della città, migliorando la vita sia dei residenti che dei turisti. Ma allo stesso tempo si tratta di un primo passo per una politica contro l’eccessiva urbanizzazione. Se l’iniziativa – costata oltre 9 milioni di euro – funzionerà davvero oltre che sull’abbassamento delle temperature anche sulla tutela della biodiversità lo sapremo solo fra un paio di decenni. Sta di fatto però che subito dopo Parigi sono tante le città francesi che hanno scelto di percorrere questa strada.
Londra ci aveva già pensato nel 2019, diventando la prima città parco nazionale al mondo. I risultati della creazione dei parchi urbani nella capitale britannica sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Research Letters: tra il 2025 e il 2022 la presenza degli alberi a Londra ha contribuito a mitigare gli effetti letali del caldo metropolitano, tanto che è stato calcolato che è stata evitata la morte per caldo a 153 persone.
Ma che cos’è una foresta urbana?
La definizione ufficiale la fornisce la FAO nelle sue linee guida (Guidelines on urban e peri-urban forestry, 2016): si tratta di una rete o di un sistema che include le foreste, i gruppi di alberi e i singoli alberi che si trovano nelle aree urbane e periurbane, nei parchi, nei giardini, ma anche nelle zone abbandonate.
In un articolo pubblicato recentemente da FSC Italia si legge che, secondo i dati del World Economic Forum, “entro il 2050 la percentuale della popolazione mondiale che vive nelle città salirà all’80 per cento, rispetto all’attuale 55 per cento”. Dal punto di vista ambientale, vanno tenuti in considerazione due fattori: “la pressione che l’espansione delle città avrà sul territorio circostante, in termini di perdita o degrado di aree naturali, biodiversità e servizi ecosistemici connessi e il ruolo che gli spazi verdi avranno nel plasmare e migliorare le città del futuro”.
FSC Italia fa riferimento a quanto pubblicato da Matilda van den Bosh sul Policy Brief dello European Forest Institute, secondo cui l’urbanizzazione sta trasformando rapidamente le nostre società, ponendo sfide legate alla resilienza nei confronti dell’effetto dei cambiamenti climatici, alla perdita di biodiversità e al degrado ambientale. Inoltre gli stili di vita urbani sono caratterizzati da stress cronico, isolamento sociale e scarsa attività fisica. Aspetti che nel tempo hanno reso frequenti, se non croniche, l’obesità, le patologie cardiache, il diabete e la depressione.
La domanda è: le foreste urbane possono contribuire a frenare tutto questo? La risposta è sì, hanno il potenziale di migliorare sia l’ambiente urbano che la salute umana. “Numerosi studi – afferma nel suo articolo FSC Italia – hanno dimostrato che vivere in quartieri verdi urbani promuove l’adozione di stili di vita più sani e migliori interazioni sociali, con benefici profondi per la salute personale e pubblica. È comprovata inoltre la capacità di piante e alberi nel ridurre stress, depressione e altri disturbi mentali: questo grazie sia al rilascio di composti chimici organici volatili, che migliorano la respirazione e la pressione del sangue, sia per un fattore strettamente evolutivo”.
Torniamo alle foreste urbane di Parigi e Londra. Il Policy Brief dello European Forest Institute conferma che parchi e alberi all’interno delle città danno un contributo importante al raffreddamento delle temperature urbane, “previene collassi, infarti e colpi di sole legati al calore e salva decine di migliaia di vite ogni anno”.