Sostenibilità

Ocean Literacy: l’urgenza di introdurre la conoscenza del mare nelle scuole

Avete mai sentito parlare di Ocean Literacy? Letteralmente significa “alfabetizzazione all’oceano”, riferendosi alla necessità di far conoscere tutto quello che riguarda le scienze marine. A sentire per primi che l’Ocean Literacy era una necessità sono stati gli Stati Uniti d’America, dove circa vent’anni fa è emerso che lo studio dell’oceano non era incluso nei programmi scolastici. Cosa che poi è avvenuto, come anche in molti stati europei. Non in Italia. O perlomeno non ancora, considerato che la spinta  all’importanza dell’introduzione della conoscenza del mare nei programmi scolastici – spiegando il rapporto esistente tra noi, l’oceano e il pianeta, facendo riflettere sulla stretta relazione che c’è tra la vita sulla Terra e il ruolo essenziale della risorsa blu – è sempre più forte e la richiesta è stata ribadita anche nell’ambito della Giornata Mondiale dell’Istruzione proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ma perché sarebbe così importante inserire l’Ocean Literacy nei programmi educativi e scolastici? La risposta più emozionale l’ha data in una recente intervista a SkyTg24 Peter Thomson, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per l’Oceano. “Penso che le persone proteggano ciò che amano, e per amare qualcosa o qualcuno, devi capirli davvero bene. Per questo sono un grande sostenitore della Ocean Literacy a scuola”, ha detto Thomson, che ha aggiunto: “È qualcosa di veramente importante da far capire ai bambini. Ok. Vi faccio un esempio, il Prochlorococcus,  vi è stato insegnato del Prochlorococcus a scuola? A me no. Io l’ho conosciuto solamente grazie alle esplorazioni di una vita. Il Prochlorococcus è l’organismo fotosintetico più piccolo del pianeta e produce il 20% dell’ossigeno nella biosfera. È un fatto importante per la vita di tutti noi questo piccolo Prochlorococcus, il nostro interesse per garantirci che questo minuscolo essere stia in salute. Perché produce il 20% dell’ossigeno nella biosfera senza il quale saremmo tutti morti. Quindi – continua l’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per l’Oceano – penso che se insegnassi quel genere di cose a scuola, allora sei tu a preoccuparti della connessione con quella creatura e alla necessità che faccia parte della tua vita e che faccia parte dei tuoi sforzi di conservazione”. Spesso lo dimentichiamo. Ma il mare ricopre oltre il 70% del nostro pianeta. Il mare è all’origine della vita sulla Terra. Il mare produce la maggior parte dell’ossigeno e nutre gran parte della popolazione umana. Non fossero bastati decenni di inquinamento, di danneggiamento degli habitat, di sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche, oggi siamo di fronte ad altre due enormi minacce per la sua salute: cambiamento climatico e acidificazione. Spesso lo dimentichiamo anche perché molte volte ne siamo ignari o quasi: ecco che una migliore e più ampia conoscenza del mare da parte di tutti, fino dai primi anni di scuola, diventa fondamentale per comprendere i problemi e per proporre soluzioni. Perché più si conosce il mare più si può proteggerlo. Secondo Francesca Santoro – specialista di programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco e promotrice in Italia del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021-2030 – l’obiettivo è introdurre nelle scuole il “curriculum blu”, un percorso di formazione e sensibilizzazione legato all’oceano per formare le nuove generazioni dal punto di vista scientifico ma anche per sviluppare in loro una coscienza critica affinché possano diventare parte attiva del cambiamento, prendendosi cura del pianeta. “Il mare – ha dichiarato Santoro al magazine dedicato allo sviluppo sostenibile Impakter Italia – produce dal 50 all’80% dell’ossigeno che respiriamo, controlla il clima globale e ha un ruolo cruciale anche dal punto di vista economico. L’Ocean Literacy e il curriculum blu possono aiutare scuole, insegnanti e studenti a comprendere l’importanza della biodiversità marina e delle interazioni oceano-uomo, così da prendere decisioni più consapevoli e responsabili sull’utilizzo delle risorse marine. L’oceano è fonte di cibo, energia, materie prime, minerale e, sempre più frequentemente, di farmaci innovativi. Inoltre regola il clima terrestre e ospita la più grande diversità di esseri viventi ed ecosistemi, fornendo, allo stesso tempo, servizi economici, sociali ed estetici all’intera umanità. Se l’oceano fosse un Paese, sarebbe la settima potenza mondiale”.
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