Sostenibilità

Il fenomeno della pasciona del faggio

La vita continua, si rinnova, ci meraviglia. Guardate queste immagini e rimanete pure, come è capitato a noi, a bocca aperta per lo stupore. Tanta bellezza avviene nella foresta del Cansiglio, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Qui, dove sorge una delle più antiche e grandi faggete autoctone delle Alpi, in questi giorni la trasformazione e il futuro del bosco sono un visibili grazie al continuo germogliare di nuove foglioline dei milioni di piccole piantine nate sul terreno e che ora stanno crescendo. Un fenomeno che si chiama pasciona del faggio ed è una sorta di rito che si compie con una frequenza non calcolabile. L’anno prima i rami si caricano, si appesantiscono e si piegano per i semi: le faggiole. L’anno successivo ecco apparire il fenomeno naturale della germinazione.

Piccole piantine che sono destinate a rinnovare in modo naturale l’antico Bosco dei Dogi della Serenissima Repubblica di Venezia, ma sulla cui frequenza non c’è nulla di matematico. Gli studiosi monitorano da più di venticinque anni la pasciona, il cui termine è ispirato all’antica tradizione di far pascolare i maiali sotto le querce. C’è la pasciona parziale, con i soli alberi posti in piena luce del sole a produrre frutti in abbondanza. E c’è la pasciona piena, come quella avvenuta nel 2020, quando i frutti hanno abbondato sulla maggior parte degli alberi. Sapere con certezza quando il fenomeno avverrà non è dato sapere. Perché si tratta di un bioritmo genetico delle piante, influenzato anche dalle condizioni meteorologiche. Oltre che dall’area geografica.

Non ci resta che godere di questo spettacolo della natura.

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