L’economia circolare entra al Ministero per l’Ambiente
È il nuovo modo di pensare l’economia. Una nuova maniera di immaginare prodotti e processi di produzione virtuosi, poco impattanti, equi e ad alto valore sociale e territoriale. Si chiama economia circolare e da qualche giorno è entrata di diritto al Ministero dell’Ambiente con una direzione generale totalmente dedicata.
La novità è stata introdotta nel nuovo regolamento organizzativo del Ministero, approvato con un decreto della Presidenza del Consiglio.
Gli obiettivi sono molteplici: la promozione di politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero, dell’implementazione dei Criteri Minimi Ambientali (CAM), di rifiuti radioattivi e Ogm.
Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation, economia circolare “è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”.
Si tratta quindi di un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi. Mentre il modello economico lineare take-make-dispose si basa sull’accessibilità di grandi quantità di risorse ed energia ed è sempre meno adatto alla realtà in cui ci troviamo ad operare.