Cersaie, 36 anni di storia contemporanea della progettazione
A Bologna dal 1983 a oggi sono passati in tanti. E non parliamo solamente dei 112 mila visitatori dell’ultima edizione.
Al Cersaie – Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno – in questi trentasei anni hanno tenuto la loro lectio magistralis Renzo Piano, David Childs, Hans Hollein, Kazujo Sejima, Glenn Murcutt, Eduardo Souto de Moura, Rafael Moneo, James Stirling, Odile Decq, Norman Foster, Shigeru Ban, Álvaro Siza, Tom Mayne, Massimiliano Fuksas. Trasformando un appuntamento fieristico nato per offrire ai produttori e ai distributori del mondo della ceramica un luogo in cui incontrarsi e nel quale incentivare i rapporti commerciali in un momento di crisi del settore in un punto di riferimento per gli architetti, i designer e i progettisti di tutto il mondo.
I numeri parlano chiaro sulla crescita esponenziale dell’appuntamento di fine settembre e sul ruolo che gioca sul presente e sul futuro della creatività e della progettazione: 161 mila metri quadrati di superficie espositiva, 840 espositori dei quali 314 esteri, il 50% degli oltre centomila visitatori dell’ultima edizione proveniva dall’estero, 889 giornalisti accreditati dei quali 379 di testate straniere, 180 le nazioni rappresentate, 8.041 architetti, 1.982 progettisti. Dati certificati che confermano come la mission originaria di Cersaie – quella di essere una vetrina privilegiata internazionale in cui condividere idee e soluzioni per la progettazione contemporanea – sia stata ampiamente centrata.
Di più. A Bologna anno dopo anno è importante esserci, perché nelle cinque giornate promosse da Confindustria Ceramica si costruisce sempre un pezzo di storia contemporanea della creatività e dell’innovazione. Grazie alla presenza dei grandi nomi dell’architettura e del design internazionale ma anche delle aziende leader del mercato ormai non solo della ceramica, ma anche dell’arredobagno e dei rivestimenti per le superfici.
Una storia, quella di Cersaie, destinata a crescere proprio perché alimentata costantemente dal desiderio di proporre, di confrontarsi, di conoscere.