Certificazioni

Albero di Natale. Qual’è la scelta più naturale?

La più grande attrazione di questi giorni di festa resta per tutti, a qualunque età, l’albero di Natale. Alberi monumentali nel cuore dei centri storici di ogni città, che fanno a gara per l’addobbo più originale, per il maggior numero di fotografie e di like sui social network. E mentre c’è chi ha lo sguardo incantato, c’è anche chi critica. Chiedendosi se sia ancora il caso di tagliare un albero per creare l’atmosfera.

La risposta a “Meglio l’albero vero oppure quello artificiale?” arriva direttamente da chi si occupa di ambiente e di gestione forestale sostenibile. Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, mette sul tavolo i dati: un albero finto di due metri ha un’impronta di carbonio pari a circa 40 chilogrammi di emissioni di CO2 equivalenti. Con l’aggravante che per un albero finto sono necessari oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.

Sulla stessa linea anche PEFC (Programme of Endorsement for Forest Certification), l’ente che promuove la corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale. PEFC ribadisce che un albero di Natale vero è più sostenibile: anche se reciso, è comunque una pianta che respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno. Se l’albero vero addobbato lo mettiamo in casa, poi, l’abitazione riceverà alcuni importanti benefici, come la purificazione dell’aria attraverso il rilascio, oltre che dell’ossigeno, degli oli essenziali tipici della pianta. Ultimata la sua funzione, l’albero chiude il suo ciclo di vita tornando a essere sostanza organica. Al contrario di un albero in plastica, destinato inevitabilmente alla discarica.

Ma guardiamo i dati del nostro Paese. L’88% delle case italiane in questi giorni ha addobbato il proprio albero. Sette italiani su dieci preferiscono l’albero artificiale a quello vero, convinti che si tratti di una scelta che contribuisce a salvaguardare le foreste e ad avere più rispetto per l’ambiente. Secondo una recente analisi di Ispra, infatti, l’opinione più diffusa è che gli alberi di Natale veri vengano strappati alle foreste e che migliaia di ettari di boschi ogni anno subiscano una vera e propria devastazione per rispondere alla tradizione. La realtà però è diversa: una parte degli alberi (soprattutto quelli di grandi dimensioni che in questi giorni stiamo ammirando nelle piazze delle principali città) deriva dal necessario sfoltimento di boschi troppo fitti per lasciare spazio alla crescita e allo sviluppo di nuove piante; il resto non ha mai visto un bosco, provenendo da vivai specializzati , concimati e trattati con prodotti fitosanitari. Alberi che vengono coltivati anche in Italia, principalmente in Toscana e in Veneto. La maggior parte degli alberi artificiali, invece, arriva da molto lontano, a volte addirittura da altri continenti. Una lunga strada che incide pesantemente sull’impronta ecologica, aggiungendosi alla plastica (prevalentemente il PVC, difficile se non impossibile da riciclare) o al poli-etilene o ad altri derivati del petrolio. Un tasso elevato di emissioni di gas serra il 66 per cento delle quali, secondo uno studio svolto da Carbon Trust, è legato proprio all’uso della materia prima petrolio, il 25 per cento alle fasi di fabbricazione dell’albero e il 9 per cento al trasporto.

La soluzione migliore è quindi l’albero di Natale vero. Quale scegliere? Il suggerimento per una minore impronta ecologica è rivolgersi a un vivaio locale, meglio se con un disciplinare di agricoltura biologica. Un albero preferibilmente dotato di certificazione ambientale, per avere certezze sulla sua provenienza.

 

Per maggiori informazioni a riguardo: https://www.dagri.unifi.it/upload/sub/news/2019/Albero%20di%20Natale%2031_10_2019.pdf 

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